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Il Ministro degli Interni Piantedosi ha rilasciato un’intervista a Il Mattino. In essa ha parlato dei rapporti dell’Italia con diversi Paesi africani anche in chiave sicurezza oltre che di sviluppo nei Paesi interessati. Ha parlato anche dell’importanza del Patto per il Mediterraneo nel quale l’Italia si fa portavoce dell’interesse europeo per l’area. Importante per il ministro anche il nuovo memorandum con la Libi. Infine un parere anche sull’hub in Albania.
Piantedosi sul viaggio di Tajani in Mauritania, Senegal e Niger
«Questa missione consolida la presenza dell’Italia in un’area strategica per la sicurezza e la stabilità del Mediterraneo. È un segnale concreto di cooperazione con Paesi partner fondamentali nella cooperazione di polizia orientata al contrasto dei flussi migratori illegali e ai traffici di armi e di droga, nonché al pericoloso terrorismo jihadista».
Piantedosi sul protagonismo dell’Italia nel Mediterraneo
«Le dinamiche che interessano questi continenti – dai trend demografici ai mutamenti economici, dai fenomeni migratori alle nuove sfide della sicurezza – incidono in modo diretto sulla stabilità europea. L’Italia può essere ponte naturale tra Europa, Africa e Asia. Coniughiamo sicurezza e sviluppo, promuovendo partenariati paritari fondati su responsabilità condivise e valorizzazione delle risorse locali».
Patto per il Mediterraneo e Piano Mattei
«Il patto per il Mediterraneo rafforzerà la cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo allargato, contribuirà alla costruzione di uno spazio di crescita comune, e ci offre anche l’opportunità di far progredire ulteriormente la nostra cooperazione in materia di sicurezza, e gestione della migrazione. Va detto che l’Italia per la sua posizione geografica considera l’Africa una priorità strategica e ha contribuito con il lancio del Piano Mattei a rimettere al centro dei tavoli europei l’Africa, facendosi promotrice di una rinnovata attenzione dell’Ue per questa area. Sosteniamo con convinzione il Patto e ci aspettiamo che le risorse siano orientate a risultati concreti, soprattutto nella gestione delle migrazioni e nella cooperazione economica»
Piantedosi sull’Africa Occidentale
«L’Africa Occidentale è una regione in forte crescita, ma anche fragile sotto il profilo della sicurezza. Rafforzare la cooperazione significa contrastare i traffici illegali e allo stesso tempo creare spazi di sviluppo per le imprese italiane. Sicurezza e crescita economica sono questioni che vanno di pari passo e ne va garantita la cura in maniera coordinata».
L’interesse italiano per la Mauritania
«L’inclusione della Mauritania rientra nella politica di espansione del Piano proprio con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di Stati africani. La sicurezza dei nostri connazionali, in Mauritania come in tutti i Paesi dove è presente una comunità di italiani, è una priorità assoluta. La Mauritania è un Paese importante anche per l’approccio equilibrato e pragmatico che ha sempre dimostrato su temi molto importanti, quali appunto il contrasto a forme di terrorismo, la gestione dell’ordine pubblico, la gestione dei flussi migratori, della demografia e l’accoglienza dei rifugiati. La collaborazione con le autorità locali e con i partner europei serve anche a garantire e far crescere le condizioni di stabilità e protezione adeguate in ogni ambito operativo».
Il rinnovo del memorandum con la Libia
«Il rinnovo del Memorandum rappresenta uno strumento indispensabile per proseguire la strategia nazionale di contrasto dei trafficanti di immigrati e prevenzioni delle partenze dalla Libia. Molta dell’azione del Governo s’inserisce nell’ambito delle previsioni di questo Memorandum, ne migliora l’efficacia e si svolge all’interno del primario obiettivo, di tutelare i diritti umani. Prevenire le pericolose traversate gestite dai trafficanti di esseri umani significa proprio tutelare i diritti umani. La gestione è sicuramente complessa ma il dialogo continua e modelli simili potranno essere replicati con altri Paesi africani, in un quadro di rispetto reciproco. Vogliamo trasformare i percorsi di morte in percorsi di vita. Abbiamo già degli esempi, degli accordi che abbiamo fatto in chiave bilaterale con paesi come la Costa d’Avorio. Il primo anno era la prima nazionalità dichiarata nello sbarco in Italia. Adesso abbiamo pressoché azzerato questi arrivi, trasformando il tutto invece in quote dedicate di ingresso per motivi di lavoro e quote regolari. Lo abbiamo fatto nei paesi del sud-est asiatico e lo faremo da qui anche con questi tre importanti Paesi».
Un bilancio sull’operazione Albania
«L’operazione Albania rappresenta un modello innovativo di collaborazione internazionale. I centri per i rimpatri in territorio albanese sono dei veri e propri precursori dei return hubs previsti nella proposta del nuovo regolamento rimpatri, proprio per questo, siamo convinti di andare nella giusta direzione e cioè verso un modello di rimpatrio autenticamente europeo, che possa contare anche sulla collaborazione di Stati Terzi. Un sistema di rimpatri efficace e tempestivo può essere il principale deterrente per gli ingressi illegali. Le posizioni dell’Unione europea vanno nella direzione che l’Italia ha promosso fin dall’inizio»
Conclude così Piantedosi
