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Plenaria di Strasburgo al centro della denuncia di Von der Leyen: l’Europa sotto attacco da una guerra ibrida russa, servono unità e deterrenza.
Durante la Plenaria di Strasburgo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha lanciato un appello deciso e inequivocabile: l’Europa è sotto attacco da una guerra ibrida orchestrata da Mosca, e la risposta deve essere ferma, coordinata e lungimirante. Il suo intervento, pronunciato in un momento di crescente tensione geopolitica, ha tracciato una linea netta tra episodi isolati e una strategia ostile sistematica.
Violazioni dello spazio aereo e minacce crescenti
Von der Leyen ha aperto il suo discorso con una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni: “Quella che arriva da Mosca è una guerra ibrida. E Bruxelles risponde: bisogna reagire.” Il contesto è quello di una serie di incidenti preoccupanti, tra cui la recente violazione dello spazio aereo sopra l’Estonia da parte di un MiG russo, che ha poi sorvolato Belgio, Polonia, Romania, Danimarca e Germania. Un gesto che, secondo la presidente, non può essere letto come semplice provocazione, ma come parte di un disegno più ampio.
Infrastrutture sotto attacco e democrazia nel mirino
Nel corso della Plenaria di Strasburgo, Von der Leyen ha sottolineato come le frontiere europee siano diventate bersagli di una campagna di destabilizzazione che va ben oltre i confini fisici. “Le frontiere non si bloccano. Dobbiamo restare uniti e determinati per garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, ha affermato, evidenziando come la minaccia non si limiti agli sconfinamenti di droni o caccia, ma coinvolga infrastrutture critiche e processi democratici.
Tra gli episodi citati: cavi sottomarini tagliati, attacchi informatici contro aeroporti e hub logistici, e campagne di influenza maligne mirate a interferire con le elezioni. “Questi incidenti sono avvenuti nel crepuscolo della deniabilità. Non si tratta di molestie casuali. È una campagna coerente e in crescita per turbare i nostri cittadini, mettere alla prova la nostra determinazione, dividere la nostra Unione e indebolire il nostro sostegno all’Ucraina”, ha dichiarato Von der Leyen.
La zona grigia della guerra ibrida
La Plenaria di Strasburgo si è così trasformata in un momento di riflessione strategica per l’Unione europea. Von der Leyen ha invitato gli Stati membri a riconoscere la natura deliberata e mirata di questi attacchi. “Un incidente potrebbe essere un errore. Due, una coincidenza. Ma tre, cinque, dieci? Questa è una zona grigia deliberata e mirata, una campagna contro l’Europa. E l’Europa deve rispondere.”
Difesa tradizionale e nuove strategie digitali
La risposta, secondo la presidente, deve articolarsi su più livelli. Non solo difesa tradizionale, ma anche rafforzamento delle capacità digitali, logistiche e comunicative. “Affrontare la guerra ibrida russa non riguarda solo la difesa tradizionale. Riguarda software per droni e pezzi di ricambio per oleodotti. Sono necessarie squadre di risposta informatica rapida e campagne di informazione pubblica per diffondere la consapevolezza.”
Von der Leyen ha insistito sulla necessità di una nuova mentalità, capace di superare le zone di comfort e affrontare le sfide con lucidità e determinazione. “Questo richiede una nuova mentalità per tutti noi. Dobbiamo essere pronti a uscire dalla nostra zona di comfort.”
Un messaggio di fermezza e responsabilità
La Plenaria di Strasburgo ha dunque segnato un punto di svolta nel dibattito europeo sulla sicurezza e la sovranità. L’appello alla responsabilità condivisa, alla vigilanza e alla prontezza operativa è stato accolto con attenzione dai parlamentari presenti, consapevoli che la posta in gioco non è solo la difesa dei confini, ma la tenuta stessa del progetto europeo.
In conclusione, Von der Leyen ha ribadito che “ogni centimetro quadrato del nostro territorio deve essere protetto”. Un messaggio che, nella cornice della Plenaria di Strasburgo, assume il valore di una dichiarazione d’intenti: l’Europa non arretra, ma si prepara a difendere con fermezza i suoi valori, la sua unità e la sua democrazia.