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Nuovo stop al Ponte sullo Stretto: la Corte dei Conti boccia la delibera Cipess
Il progetto del Ponte sullo Stretto incassa un nuovo, pesante stop. La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità alla delibera Cipess n. 41/2025, approvata lo scorso agosto, che sanciva l’ok definitivo all’opera e l’assegnazione di fondi dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Una decisione che ha scatenato un acceso scontro tra governo e magistratura contabile, con reazioni infuocate da parte dei vertici dell’esecutivo.
Salvini e Meloni attaccano la magistratura contabile
Il vicepremier Matteo Salvini, principale promotore del Ponte, ha bollato la scelta come “politica più che tecnica”, parlando di “grave danno per il Paese” e assicurando che “si andrà avanti comunque”. Ancora più dura la premier Giorgia Meloni, che ha definito l’atto una “intollerabile invadenza” e ha rilanciato la necessità di una “riforma costituzionale della giustizia e della Corte dei Conti” come risposta adeguata.
Le opposizioni: “Minaccia agli organi costituzionali”
Le opposizioni non hanno tardato a replicare. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha accusato il governo di voler “mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione”, mentre Angelo Bonelli (Avs) ha parlato di “minaccia agli organi costituzionali del nostro Paese”.
I nodi tecnici e il futuro dell’opera
Le motivazioni della Corte, ancora in fase di stesura, saranno rese note entro 30 giorni. Secondo indiscrezioni, tra i nodi critici vi sarebbe la scelta del governo di far rivivere contratti del 2006, sollevando dubbi sulla legittimità procedurale e sull’urgenza dell’opera.
Il Ponte sullo Stretto, simbolo infrastrutturale e politico, si conferma terreno di scontro tra poteri dello Stato, con implicazioni che travalicano l’ingegneria e toccano il cuore del dibattito democratico italiano.
