
Il giornalista Sigfrido Ranucci ha parlato a “Il Corriere della Sera” in merito all’attentato avvenuto ai suoi danni nei pressi dell’abitazione di Pomezia. Il giornalista ha dichiarato di essere preoccupato soprattutto per la figlia che aveva parcheggiato la propria auto vicino a quella del padre ed avrebbe potuto subire conseguenze gravi in seguito all’esplosione. Di seguito le parole del giornalista riportate anche da Rainews.
Ranucci: “Avrebbero potuto ammazzare una persona”
Così il giornalista di Report: “Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell’esplosione, avrebbero potuto ammazzare una persona, avrebbero potuto ammazzare mia figlia. Hanno usato almeno un chilo di esplosivo”. Poi ha spiegato come la figlia avesse parcheggiato la propria auto accanto alla sua “una ventina di minuti prima dell’esplosione, avvenuta alle 22”. “C’è – spiega Ranucci – un clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti, negli ultimi mesi ho ricevuto varie minacce, tutte oggetto di denuncia: mi hanno mandato un proiettile di P38, mi hanno pedinato personaggi identificati dalla mia scorta, sono stato oggetto di dossieraggi anche dall’estero”.
Sui possibili responsabili
Alla domanda se possa avere un’idea dei responsabili risponde: “No, ma potrebbe non essere una coincidenza il fatto che pochi giorni fa ho annunciato i temi delle nuove inchieste di Report“. “E’ stato – sottolinea – un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proietti”. In un’altra intervista a La Repubblica Ranucci racconta come l’esplosivo sia stato “collocato sul fianco destro della vettura, che guarda al tragitto che faccio io fino all’uscio di casa. Cioè: l’immobile ha più ingressi, ma io faccio sempre lo stesso tratto ed entro sempre da quel lato, dove è saltata l’auto”. “Tra lettere minatorie, minacce indirette, qualche asserito progetto di uccidermi, ho ricevuto più segnali, negli anni”. Poi in conclusione: “Per me non cambia nulla. Ho sempre cercato di trasmettere serenità, ai miei familiari innanzitutto. E a chi segue il nostro lavoro. Voglio continuare così”