
Fonte foto: Parlamento Europeo
Rapporto UE-Cina: tra tensioni geopolitiche, sfide economiche e opportunità di cooperazione globale

Il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Unione Europea e Cina cade in un momento di intensa riflessione geopolitica e commerciale. Il discorso di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo ha delineato in modo chiaro le luci e le ombre che oggi definiscono il rapporto UE-Cina, centrando l’attenzione su tre priorità chiave: riequilibrio economico, derisking strategico e cooperazione globale, con un forte richiamo alla responsabilità geopolitica cinese sul conflitto in Ucraina.
Un’economia squilibrata e il bisogno di reciprocità
Malgrado la Cina sia uno dei principali partner commerciali dell’UE, il rapporto economico è profondamente asimmetrico. Von der Leyen ha sottolineato come il mercato cinese, pur vasto, resti in larga parte chiuso alle imprese europee, complici politiche come il “Buy China” che garantiscono vantaggi competitivi ai beni domestici. In particolare, i beni e servizi cinesi godono di un vantaggio automatico del 20% negli appalti pubblici, penalizzando l’accesso europeo.
La Cina, inoltre, sovvenziona massicciamente settori strategici, creando una sovracapacità produttiva che viene poi esportata a basso costo sui mercati internazionali, distorcendo la concorrenza. Questa pratica è diventata oggetto di indagini da parte dell’UE, come quella sui veicoli elettrici, e pone la necessità di ripristinare condizioni di mercato eque.
Il derisking come imperativo strategico
L’esigenza di “derisking” è diventata un pilastro della nuova strategia europea verso la Cina. Non si tratta di interrompere i legami commerciali, ma di ridurre la dipendenza da filiere critiche, in particolare quelle legate alle materie prime strategiche come i magneti permanenti da terre rare. Secondo von der Leyen, la dipendenza dall’industria cinese ha già mostrato le sue fragilità con la chiusura di intere filiere in Europa.
L’obiettivo, quindi, è duplice: proteggere la sovranità industriale europea e rafforzare la sicurezza tecnologica. L’Unione sta negoziando con Pechino un allentamento delle restrizioni all’export e investe in catene del valore più resilienti e diversificate. La presidente della Commissione ribadisce che il derisking non è decoupling, ma una via per salvaguardare l’indipendenza europea in settori strategici.
La questione Ucraina come spartiacque politico
Il punto più delicato del rapporto UE-Cina resta quello geopolitico. L’atteggiamento di Pechino nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina è visto con crescente preoccupazione. Von der Leyen ha espresso un chiaro monito: sostenere, anche indirettamente, l’economia di guerra russa mina ogni possibilità di fiducia politica. L’UE richiede alla Cina di condannare apertamente la violazione dell’integrità territoriale ucraina da parte della Russia, se intende presentarsi come paladina dell’ordine internazionale basato su regole.
Questo sarà, secondo von der Leyen, un fattore determinante per le future relazioni bilaterali. La posta in gioco non è solo il conflitto in sé, ma la coerenza della Cina rispetto ai valori che l’Unione Europea considera imprescindibili nel dialogo internazionale.
Competizione tecnologica e cooperazione ambientale
Nonostante le tensioni, la Cina resta un interlocutore centrale su grandi dossier globali, a partire dalla lotta ai cambiamenti climatici. Se da un lato è il maggiore emettitore di CO₂ al mondo, con il 30% delle emissioni globali, Pechino ha investito oltre 900 miliardi di dollari nelle tecnologie pulite, diventando un attore chiave nella transizione ecologica.
L’UE riconosce l’importanza di cooperare su temi come l’economia circolare, lo scambio di emissioni e le tecnologie di cattura del carbonio. La Cop30 di Belém rappresenta una tappa cruciale per rilanciare un’agenda climatica ambiziosa e multilaterale.
Conclusione
Il rapporto UE-Cina è oggi un mosaico complesso dove cooperazione e competizione coesistono. L’Europa chiede reciprocità, sicurezza e responsabilità geopolitica. In cambio, offre un partenariato aperto e fondato su valori condivisi. La sfida è delicata, ma il dialogo resta aperto e strategico per affrontare le grandi transizioni del nostro tempo.
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