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Il Garante della privacy pone precisi paletti per tutelare soprattutto i giovani e il mondo della scuola dai pericoli del digitale. Ne scrive, nell’edizione odierna, “Il Sole 24 Ore”.
Rischi del mondo digitale e scuola
Così esordisce il quotidiano economico-finanziario: “Dall’introduzione dell’intelligenza artificiale a scuola alle chat di classe. Dalla pubblicazione dei dati personali online di studenti e docenti all’uso degli smartphone. Dalle iscrizioni, che partiranno a gennaio, alle graduatorie per le assunzioni dei docenti e del personale tecnico-amministrativo. Il Garante della privacy, in un documento di un centinaio di pagine – consultabile sul sito istituzionale https://www.garanteprivacy.it – ha aggiornato le proprie indicazioni su come affrontare, correttamente, le tematiche connesse al trattamento dei dati personali a scuola, dall’attività didattica alla gestione dei rapporti di lavoro, con una serie di suggerimenti pratici per aiutare soprattutto i più giovani a tutelarsi di fronte ai rischi connessi allo sviluppo del mondo digitale.”
La tutela dei dati personali a scuola
Il Sole 24 Ore dettaglia tutti i diritti dell’utente del mondo della scuola. Per cominciare “tutte le scuole hanno l’obbligo di far conoscere agli “interessati” (studenti, famiglie, docenti e personale Ata) come vengono trattati i loro dati personali, ovviamente nei limiti della propria attività istituzionale (didattica o amministrativa). È il dirigente scolastico a dare indicazioni sul punto e, per accedervi, è possibile rivolgersi al «titolare del trattamento» anche tramite il Responsabile della protezione dei dati (Rpd).” E continua: “i dati che rilevino le origini razziali ed etniche possono essere trattati dalla scuola per favorire l’integrazione degli alunni stranieri; così come quelli relativi alla salute sono importanti per adottare specifiche misure di sostegno, per l’insegnamento domiciliare o in ospedale, per la partecipazione ad attività sportive.”
L’insegnante può assegnare temi riguardanti il mondo personale dello studente
In merito ai lavoratori la scuola deve tutelarne i dati personali qualora vengano richiesti da soggetti terzi. “Per quanto riguarda gli studenti, al momento dell’iscrizione le scuole non possono richiedere informazioni personali non pertinenti rispetto a tale finalità, come ad esempio lo stato di salute dei nonni o la professione dei genitori. Non lede invece la privacy l’insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale o familiare.”
Vale sempre la regola della prudenza nel mondo digitale
Continua Il Sole 24 Ore: “…se si è vittima di commenti odiosi, di cyberbullismo, di sexting, di revenge porn o di altre ingerenze nella propria vita privata, occorre avvisare subito compagni, professori, famiglie. Si può chiedere al gestore del social network di intervenire; oppure rivolgersi alle autorità competenti. La regola generale è la prudenza: studenti e altri membri della comunità scolastica, in ogni caso, non possono diffondere tramite smartphone e tablet audio, foto, video (pubblicandoli su internet) senza avere prima informato adeguatamente e aver ottenuto l’esplicito consenso delle persone coinvolte. La creazione o partecipazione a chat di classe è considerata attività posta in essere da soggetti privati, quindi non riconducibile alle attività istituzionali e didattiche della scuola (in ogni caso valgono anche qui le norme sulla protezione della privacy).”
I genitori devono prestare attenzione alla pubblicazione di video e foto dei figli
“I genitori devono prestare particolare attenzione se intendono condividere online contenuti che riguardano i propri figli (foto, video, ecografie, storie). Non violano la privacy le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori durante le recite, le gite e i saggi scolastici. Sempre secondo il Garante è possibile registrare la lezione esclusivamente per scopi personali (ad esempio, motivi di studio individuale) o se utile come ausilio didattico per gli alunni con disabilità, disturbi dell’apprendimento (Dsa) o bisogni educativi speciali (Bes).”
Videosorveglianza a scuola
L’articolo del quotidiano termina con un cenno al delicato argomento delle telecamere a scuola: “Arrivando infine agli impianti di videosorveglianza, sempre per il Garante, è possibile installarli per tutelare l’edificio e i beni scolastici. Le riprese tuttavia devono essere circoscritte alle sole aree interessate (quelle soggette a furti o ad atti vandalici). Se le telecamere sono posizionate all’interno della scuola, devo essere attivate solo al termine delle attività scolastiche ed extrascolastiche, e avendo cura di rispettare la disciplina sui controlli a distanza dei lavoratori. In ogni caso la loro presenza va sempre segnalata con appositi cartelli, visibili anche di notte.”
