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Roberto Cavalli é venuto a mancare il 12 aprile 2024 all’età di 83 anni. Da “milanofinanza” leggiamo che è stata ripartita la sua eredità. Resta tuttavia da sciogliere il nodo dei debiti.
Roberto Cavalli, la successione
Ad un anno e più dalla scomparsa dello stilista fiorentino, c’è ancora un’incognita che riguarda la successione del fondatore dell’omonima casa di moda. Di fatto i beneficiari sono stati indicati chiaramente nell’ultimo testamento. Lo stilista pochi mesi prima della sua morte, a novembre 2023, aveva designato come suoi eredi i sei figli e la sua ultima compagna, Sandra Nilsson. A lei spetta la divisione in parti uguali di un patrimonio stimato tra i 200 e i 400 milioni di euro, ma resta da definire l’ammontare dei debiti.
Spunta un secondo atto notarile
“Il Corriere della Sera” riferisce di un secondo atto notarile del 15 luglio, pubblicato «per conto dell’eredità beneficiata di Roberto Cavalli». L’atto inviterebbe i creditori dell’eredità «a presentare entro il 15 ottobre 2025 le dichiarazioni probatorie del credito vantato», per stabilire se e quanti debiti ci siano. Bisogna stabilire quanto andranno a incidere sugli attivi, in modo da definire più facilmente la spartizione del patrimonio. Questo significa che l’eredità di Roberto Cavalli è stata accettata dagli eredi con beneficio d’inventario. In base a questa procedura, i discendenti, ovvero i figli Tommaso e Cristiana avuti dalla prima moglie, Rachele, Daniele e Robert avuti da Eva Cavalli e infine Giorgio, di soli 2 anni, non rispondono con il loro patrimonio personale dei debiti del defunto, ma solo nei limiti del valore dei beni ricevuti in successione.
I beni ricevuti in successione
Tra i beni rientrerebbero l’ultimo yacht dello stilista, il Freedom, acquistato per 15 milioni di euro nel 2018. Ci sono poi immobili e terreni, tra cui la grande villa sulle colline fuori Firenze. Ci sarebbero anche i suoi estesi terreni, già in comproprietà tra i sette eredi. Allo stesso modo i 600 metri quadrati di magazzini e laboratori a Bagno a Ripoli. E poi le opere d’arte, mentre si pensa potrebbe essere già stato venduto l’elicottero. Non rientra nel lascito l’azienda omonima, che l’imprenditore aveva già venduto nel 2015 al fondo Clessidra per una cifra stimata attorno ai 450 milioni, di cui 230 milioni incassati dallo stilista che mantenne una quota del 10%. (riproduzione riservata)
