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Stefano Argentino, il 27enne detenuto per il femminicidio di Sara Campanella, si è tolto la vita nel carcere di Messina. La Procura della stessa città siciliana ha disposto il sequestro della salma. A prescindere dal giudizio morale che possiamo farci del detenuto in questione, lo stesso è l’ennesima vittima di un sistema palesemente malato. Secondo quanto si è appreso sarà disposta l’autopsia nell’ambito del fascicolo di inchiesta che al momento è senza ipotesi di reato e senza indagati.
Stefano Argentino, le indagini della Procura di Messina
Le indagini coordinate dalla Procura di Messina, diretta da Antonio D’Amato, puntano a fare chiarezza sull’esatta dinamica dell’accaduto. Ci saranno accertamenti anche sulla perizia medica che ha permesso il ‘declassamento’ del livello di sorveglianza nella struttura penitenziaria di Gazzi nei confronti di Argentino. Stefano Argentino era in carcere con l’accusa di avere ucciso il 31 marzo scorso Sara Campanella, la studentessa di 22 anni di Misilmeri, dopo mesi di stalking. Il suicidio è avvenuto in un momento in cui il giovane si era allontanato dai suoi compagni. Inutili i soccorsi. Argentino aveva già manifestato intenti suicidari dopo l’arresto. Tuttavia sembrava aver superato la crisi grazie al supporto medico. Secondo fonti dei sindacati di polizia penitenziaria, gli era stata tolta la sorveglianza 15 giorni fa. La Procura di Messina, guidata da Antonio D’Amato, ha aperto un’inchiesta. La prima udienza del processo per il femminicidio era fissata per il 10 settembre davanti alla Corte d’assise di Messina.
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