
Donald Trump, secondo il “Jerusalem Post” avrebbe aperto ad un riconoscimento dello Stato Palestinese. Nonostante le smentite dell’ambasciatore americano in Israele, il tycoon potrebbe fare questo passo importante per la questione mediorientale influenzato dall’Arabia Saudita, dove si recherà a breve, che vorrebbe una posizione più centrale nella questione arabo-israeliana.
Trump ed il viaggio in Arabia Saudita
Alla vigilia della partenza del presidente americano per la missione in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati, i media israeliani rivelano che il tycoon sarebbe addirittura pronto ad annunciare il riconoscimento dello Stato della Palestina nel corso del suo viaggio nella regione. Fonti diplomatiche del Golfo persico citate dal Jerusalem Post affermano che «Trump farà una dichiarazione riguardo allo Stato della Palestina e il riconoscimento da parte degli Usa, sottolineando che si stabilirà uno Stato della Palestina senza la presenza di Hamas». «Se un annuncio ci sarà – precisano le fonti – costituirà la dichiarazione più importante che cambierà l’equilibrio dei poteri in Medio Oriente».
Le reazioni
L’ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee, il quale la definisce «una sciocchezza», precisando che il giornale ha bisogno di fonti migliori e che suo «nipote di 4 anni, Teddy, è più affidabile». Lo Stato ebraico «non ha un amico migliore del presidente», precisa. La Casa Bianca invece (per ora) non commenta, ma altri osservatori ritengono improbabile che il comandante in capo effettuerà una simile mossa.
Trump, rapporto logoro con Netanyahu
In ogni caso sono sempre più gelidi i rapporti tra Trump e Benjamin Netanyahu. Recentemente, diversi media statunitensi hanno parlato della frustrazione del tycoon per la linea portata avanti dall’alleato e negli ultimi giorni Washington ha annunciato la distribuzione di aiuti a Gaza senza Israele. La situazione nella Striscia è drammatica da quando Tel Aviv ha deciso di bloccare tutte le consegne più di due mesi fa. «Gli israeliani saranno coinvolti nel garantire la necessaria sicurezza militare, perché questa è una zona di guerra, ma non nella distribuzione del cibo o nel suo trasporto a Gaza», spiega Huckabee. La sicurezza nei punti di distribuzione sarà garantita «da appaltatori privati», mentre l’esercito israeliano fornirà la sicurezza «a distanza». Annunci che il governo di Netanyahu non ha commentato.
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