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Ucraina, Italia ribadisce il no a invio di truppe italiane | Missili russi su Kiev: 19 morti, 4 sono bimbi
La guerra in Ucraina giunge al giorno 1.282. La Russia ha lanciato un attacco con droni su larga scala contro le città ucraine, tra cui Kiev, prendendo di mira regioni situate lontano dalla linea del fronte del Paese. Il bilancio è di numerosi morti, tra i quali anche 4 bambini, e ingenti danni. Immediata la condanna della Casa Bianca: “Questi attacchi atroci minacciano la pace che il presidente Donald Trump sta perseguendo”. Il premier Giorgia Meloni: “Gli intensi attacchi su Kiev dimostrano chi sta dalla parte della pace e chi non ha intenzione di credere nel percorso negoziale. I nostri pensieri vanno al popolo ucraino, ai civili, ai familiari di vittime inermi, tra cui anche bambini, degli insensati attacchi russi”.
Ucraina, Non è “prevista alcuna partecipazione italiana…
“…a un’eventuale forza multinazionale da impegnare in territorio ucraino, mentre sono al vaglio ipotesi di monitoraggio e formazione al di fuori dei confini ucraini solo una volta raggiunta la cessazione delle ostilità”. È quanto è stato ribadito nella riunione di governo che si è svolta a Palazzo Chigi. Il Cremlino: “Siamo interessati ai negoziati ma le nostre operazioni militari non si fermano”.
Le garanzie di sicurezza in Ucraina sono la chiave di volta…
Nella riunione di governo sull’Ucraina, convocata da Giorgia Meloni, ” sono emerse le opportunità di dialogo verso una pace giusta, che si sono discusse nelle ultime settimane”. Spiega una nota di Palazzo Chigi, si tratta di “un percorso la cui chiave di volta è costituita da robuste e credibili garanzie di sicurezza per l’Ucraina, da elaborare insieme agli Stati Uniti e ai partner europei e occidentali. L’Italia sta fornendo un contributo alla loro definizione con la proposta di un meccanismo difensivo di sicurezza collettiva ispirato all’Articolo 5 del Trattato di Washington”
Dal Donetsk alla lingua russa, quali sono le pretese di Putin per arrivare alla pace in Ucraina
Vladmir Putin e Donald Trump hanno lasciato l’Alaska, dopo l’atteso summit di Ferragosto, senza un vero e proprio accordo per il cessate il fuoco in Ucraina. Dichiarazioni, intenzioni e la necessità di continuare a trattare e mediare. Stanno però emergendo diverse “richieste” che il leader del Cremlino avrebbe messo sul tavolo e che ora il tycoon “passerà” al presidente ucraino Zelensky e ai leader europei, prossimi interlocutori del presidente Usa. Cosa chiede dunque Putin?
Una soluzione definitiva
Innanzitutto Putin non vuole arrivare a un cessate il fuoco temporaneo ma insiste piuttosto su accordo globale che ponga fine alla guerra. Vuole insomma una soluzione definitiva e Trump si è mostrato favorevole a questo approccio.
Il Donetsk alla Russia
L’Ucraina poi dovrà ritirarsi completamente dal Donetsk. Nel caso Kiev accettasse, Mosca, che già ha occupato la quasi totalità dell’oblast di Lugansk, otterrebbe il controllo di tutta la regione del Donbass.
Congelare il fronte in Ucraina allo stato attuale
Per quanto riguarda le altre due oblast parzialmente occupate, Kherson e Zaporizhzhia, il presidente russo propone di congelare il fronte allo stato attuale. In cambio, assicura di non attaccare né prendere ulteriori aree.
Il russo lingua ufficiale in Ucraina
Infine, difficile capire se sia una richiesta più simbolica o più provocatoria, Putin vuole che il russo venga riconosciuto come lingua ufficiale in Ucraina e chiede garanzie di sicurezza per le chiese ortodosse che fanno capo al patriarcato di Mosca.
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