
Fonte foto: Francesca Piccinini
Francesca Piccinini entra nella Volleyball Hall of Fame dopo una carriera leggendaria tra Nazionale e club

Sabato 18 ottobre 2025, nella storica cornice di Holyoke, Massachusetts — città natale della pallavolo, dove William G. Morgan inventò questo sport nel 1895 — Francesca Piccinini è stata ufficialmente inserita nella Volleyball Hall of Fame. Un riconoscimento che consacra la sua carriera straordinaria e la eleva tra le leggende mondiali del volley.
La Commissione della International Volleyball Hall of Fame aveva annunciato la sua ammissione già nel maggio scorso, ma la cerimonia di ottobre ha suggellato con emozione e solennità un percorso durato oltre vent’anni.
Francesca Piccinini è la nona italiana a entrare nella Volleyball Hall of Fame e la prima donna pallavolista riconosciuta ufficialmente come tale. Taismary Aguero, nonostante il doppio passaporto, ha ricevuto l’onore come atleta cubana.
Una carriera costellata di successi
La motivazione ufficiale rilasciata dalla Commissione è un tributo alla grandezza di Piccinini: “Il nome di Francesca Piccinini è sinonimo di eccellenza nella pallavolo italiana. Nel corso di una brillante carriera durata oltre due decenni, è diventata una delle schiacciatrici più decorate nella storia di questo sport”.
Quattro volte olimpionica (Sydney 2000, Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012), Piccinini ha avuto un ruolo chiave nella conquista del primo titolo mondiale FIVB dell’Italia nel 2002. A questo storico traguardo hanno fatto seguito l’oro alla Coppa del Mondo FIVB 2007, alla Grand Champions Cup 2009 e al Campionato Europeo dello stesso anno, contribuendo a consolidare lo status dell’Italia come potenza globale.
A livello di club, la sua carriera è stata altrettanto impressionante: sette titoli CEV Champions League, un record assoluto, oltre a numerosi scudetti e trofei nazionali. La sua versatilità le ha valso premi come Miglior Schiacciatrice, Miglior Ricevitrice e MVP in competizioni giovanili, nazionali e internazionali.

Bergamo, la casa del cuore
Piccinini ha legato una parte fondamentale della sua carriera alla città di Bergamo, dove ha indossato la maglia rossoblù dal 1999 al 2012. In questi tredici anni ha vinto quattro scudetti, cinque Champions League, una Coppa delle Coppe, tre Supercoppe italiane e due Coppe Italia. Un palmarès che parla da solo, ma che racconta anche di una leadership silenziosa, di una dedizione costante e di una capacità rara di ispirare compagne e tifosi.
Dal giugno 2023, Piccinini è tornata a Bergamo in veste di consulente del settore giovanile del Chorus Volley-Bergamo Academy, portando la sua esperienza e il suo carisma alle nuove generazioni. Un ruolo che incarna perfettamente lo spirito della Volleyball Hall of Fame: non solo celebrare i titoli, ma anche l’impatto umano e formativo degli atleti.
Un modello per il mondo
“La longevità, lo spirito competitivo e l’eccellenza a tutto tondo di Piccinini l’hanno resa un modello per i giocatori di tutto il mondo”, si legge nella motivazione. “Il suo impatto sul gioco si misura non solo in medaglie e titoli, ma anche nell’ispirazione che ha fornito a generazioni di tifosi e atleti”.
Insieme a lei, nella cerimonia di Holyoke, sono stati celebrati altri otto protagonisti del volley internazionale, tra cui la peruviana Rosa Garcia Rivas e la tedesca Laura Ludwig. Ma l’ingresso di Piccinini ha avuto un significato speciale per l’Italia: è il riconoscimento di una carriera vissuta con passione, disciplina e amore per il gioco.
Un’eredità che continua
Con 503 presenze in Nazionale, Francesca Piccinini ha scritto pagine indelebili nella storia dello sport italiano. Il suo ingresso nella Volleyball Hall of Fame non è solo un premio alla carriera, ma un invito a guardare al futuro con lo stesso entusiasmo e rigore che l’hanno sempre contraddistinta.
La sua figura resta un faro per chi sogna di eccellere, non solo nel volley, ma in ogni ambito dove talento e dedizione si incontrano. E mentre il mondo celebra la sua grandezza, l’Italia può dire con orgoglio: Francesca Piccinini è leggenda.