 
                Le politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump continuano a suscitare critiche internazionali. In un nuovo rapporto pubblicato da Human Rights Watch (HRW), l’organizzazione per i diritti umani denuncia l’impiego della Guardia nazionale e dell’esercito contro manifestanti pacifici e immigrati, accusando l’ex presidente Donald Trump di aver «superato ogni limite».
Immigrazione e uso militare: una deriva repressiva
Secondo HRW, l’amministrazione Trump ha utilizzato l’esercito non solo per rafforzare i raid dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) contro immigrati senza documenti, ma anche per reprimere proteste pacifiche. «L’impiego dell’esercito in California è una pericolosa escalation che dovrebbe essere condannata da leader politici nazionali e internazionali», ha affermato Tanya Greene, direttrice del dipartimento statunitense di HRW.
Giornalisti e manifestanti tra gli obiettivi
Il report denuncia anche le violenze subite da giornalisti, osservatori legittimi e manifestanti, feriti durante le proteste da agenti federali e forze dell’ordine locali. Secondo HRW, si tratta di un attacco diretto al diritto alla libertà di espressione e al diritto di documentare le azioni del governo.
ICE e tribunali: arresti fuori controllo
HRW documenta una serie di arresti arbitrari davanti ai tribunali dell’immigrazione, dove vengono valutate richieste d’asilo e altre istanze legate allo status migratorio. In molte città “santuario”, come New York, agenti federali hanno arrestato persone alla fine delle udienze, spesso davanti ai familiari. In alcuni casi, le persone sono state ammanettate nonostante la presenza di sentenze favorevoli emesse dai giudici.
Violazioni dei diritti dei richiedenti asilo
Il documento di HRW sottolinea che le persone hanno diritto a richiedere asilo, ma che la prassi attuale mette in dubbio l’effettiva volontà del governo Trump di rispettare tali diritti. Ricerche precedenti hanno evidenziato deportazioni sommarie verso Paesi terzi come Panama e Costa Rica, senza adeguata valutazione delle domande d’asilo.
Guantanamo Bay: nuova frontiera della repressione?
Un’inchiesta di Politico rivela che l’amministrazione Trump sta valutando il trasferimento di 9.000 migranti privi di documenti validi a Guantanamo Bay, la base militare statunitense tristemente nota per la detenzione dei sospettati di terrorismo. Trump aveva già annunciato a gennaio l’intenzione di utilizzare la base per detenere fino a 30.000 persone, ma fino a oggi solo 500 migranti vi sono stati trasferiti.
Tra i potenziali deportati figurano circa 800 cittadini europei, inclusi un austriaco, 100 romeni e 170 russi. Questo ha generato forti preoccupazioni diplomatiche, in quanto molti di questi Paesi hanno storicamente collaborato con gli Stati Uniti sul tema delle deportazioni.
Una crisi dei diritti umani negli Stati Uniti
Il rapporto di HRW si aggiunge a una lunga serie di denunce internazionali. Ad esempio quelle di Amnesty International, che dipingono un quadro allarmante. Una politica dell’immigrazione repressiva e militarizzata, che calpesta i diritti fondamentali degli individui. Con l’uso crescente dell’esercito e la criminalizzazione della protesta civile, gli USA sembrano aver intrapreso una strada pericolosa che mina le basi democratiche del Paese.

 
             
         
         
        
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