L’8 Dicembre 1943, esattamente 82 anni, fa nasceva Jim Morrison uno dei più geniali e controversi musicisti della storia del Rock e non solo. Sin da piccolo aveva mostrato particolare sensibilità ed intelligenza, pur in un anima inquieta. Durante una gita coi genitori nel deserto, vide sul ciglio della strada un camion ribaltato di braccianti nativi americani moribondi. E quell’evento, come ha sostenuto in più di una intervista, segnò la sua vita. Come se il suo corpo fosse stato assorbito dall’anima di quei nativi indiani.
Ray Manzarek
Californiano di Melbourne, cittadina non lontano da Los Angeles, si trasferì nella citta’ degli Angeli per scrivere poesie e testi di canzoni. E, su una spiaggia avvenne l’incontro con Ray Manzarek, che divenne socio, sodale, amico e cofondatore dei Doors. Tra il 1965 e il 1970, scrissero alcune canzoni che ancora oggi risuonano nel nostro immaginario. Light my fire, Roadhouse Blue’s, L.A.Woman, tra i capolavori scritti da loro. Ma quello su cui vorrei soffermarmi é la genialità ed il talento di Jim Morrison. Spesso offuscato da intemperanze e ribellioni all’autorità costituita.
Jim Morrison
Erano gli anni della Beat Generation, la liberazione degli istinti. E Morrison era il profeta di quei giovani che vedevano in lui una nuova guida. Era un personaggio scomodo per il tempo, tollerato dall’establishment politico americano solo per la sua fama di musicista. Messo all’indice per la sua gestualità ammiccante sul palco, per le sue frasi sboccate, i suoi comportamenti riprovevoli ed osceni, non ebbe vita facile nell’affermarsi. Ancora adesso è ricordato per i suoi vizi, l’alcolismo, l’abuso di droghe e l’erotomania. Il concetto di bello e dannato mai si è manifestato in maniera più calzante.
Musicista
Ma ciò che resta nella sua vita è opera di musicista, al di là dei moralismi biechi, dell’ipocrisia imperante. E’ stato un amore profondo e puro per la musica e la poesia. Un uomo laureato in storia del cinema, che leggeva classici, scriveva sceneggiature e romanzi. Ed era anche un fine documentarista, con importanti ricerche sulla storia e le origini del Blues. E’ cosi che dovremmo omaggiarlo. Parigi, la sua ultima meta prima di lasciare la vita terrena, in un’ultima serata ad alto tasso alcolico.
Parigi
Qualcuno sostiene di averlo visto, ancora vivo, aggirarsi nelle campagne vicino a Parigi. E danzare come un menestrello tra i campi. Una fantasia, un’allucinazione dettata dal ricordo. E dalla necessità di averlo ancora tra noi come artista. Un uomo che con la sua arte era diventato una leggenda. E si e’ poi trasformata in mito. Buon compleanno Re Lucertola, ovunque tu sia.
A cura di Pier Paolo Porta
