 
                Foto: Romagiallorossa.it
Aurelio De Laurentiis è il vero e proprio “deus ex machina” di questo secondo Scudetto della sua era. Il Corriere dello Sport celebra oggi il percorso del presidente del cub partenopeo che “ha fatto irruzione e si è messo al centro della scena”.
De Laurentiis, uno sguardo lungo
Così il CDS: “Accade quasi sempre a chi ha lo sguardo più lungo. A chi ha la capacità di capire con anni di anticipo quale direzione prenderà il futuro. Non si è mai rassegnato alle consuetudini da del nostro football. Ha squarciato veli ultradecennali e ragnatele ammuffite. Ha rotto da subito col potere ultras che non a caso gli ha dichiarato una guerra infinita. Gli hanno lanciato bombe carta nello stadio, lo hanno costretto alla scorta, lo hanno insultato in ogni modo. E alla fine si sono rassegnati. Nessun privilegio.“
De Laurentiis, il rapporto con i calciatori
Continua il quotidiano sportivo: “Non ha mai accettato i loro capricci. Ha sempre rifiutato la logica del premio partita, del premio scudetto. «Io ti pago per la tua prestazione, è tutto nel contratto, anche i premi». Ha tolto dalle buste paga persino le bibite consumate nei frigo-bar degli alberghi. Questione di principio più che di soldi”. Ma soprattutto ha puntato da subito sulla solidità: “Ha capito dal primo momento che in un mondo fortemente politicizzato e cristallizzato qual è il nostro calcio, soltanto la solidità economico-finanziaria avrebbe potuto garantirgli la possibilità di sfidare i grandi club”.
Dalla C al “Club più potente d’Italia”
Nel 2004 il Napoli era in Serie C e che Milan, Inter e Juventus erano colossi. Vent’anni dopo, nell’estate del 2024, la situazione è cambiata: “Né Milan né Juventus hanno avuto la solidità e il coraggio finanziario per poter ingaggiare l’allenatore più forte sul mercato: Antonio Conte. De Laurentiis invece ha messo i soldi sul tavolo. Tanti. Tantissimi: 6,5 milioni netti. Ma c’è anche chi dice che si arrivi a nove. E 150 milioni sul mercato estivo”. Ed ancora: “Senza alleanze né carri politici. Del resto è un uomo che non ha minima l’inclinazione alla diplomazia. C’è un abisso con l’esperienza di Ferlaino il cui Napoli era profondamente intrecciato col potere economico e politico”. Ed oggi “il Napoli è con ogni probabilità il club più potente d’Italia. Il suo è un potere all’americana. Basato sul cash e non sulla cuginanza o sulle lobby. Il suo Napoli è il club italiano che per distacco ha il maggiore potere d’acquisto”
Così conclude il Corriere dello Sport

 
             
         
        