Andrea Zorloni è il fondatore del gruppo di tifosi disabili dell’Inter Masnada 104. Insieme ad altri 5 amici, accomunati da un’invalidità e dalla sedia a rotelle, è riuscito a risolvere un’anomalia presente nello Stadio Meazza rendendo un sevizio alla collettività dei disabili che vogliono godere la visione delle partite nell’impianto di San Siro.
Andrea Zorloni, grazie per averci concesso l’intervista. Come ti definiresti?
“Lascio rispondere la mia compagna e caregiver Mina, poi aggiungo io qualcosa.” Mina afferma: “Andrea è un Don Chisciotte: affronta battaglie incredibili spesso da solo. “Andrea aggiunge: “Oltre a Don Chisciotte, e la battaglia sui biglietti e gli abbonamenti dell’Inter ne è la prova, mi ispiro a Cyrano: un personaggio eclettico, esuberante. Come lui sono tutto e non sono niente. Mi spinge unicamente la curiosità e l’avventura.”
Andrea, entriamo nella questione. Raccontaci questa tua battaglia inerente lo Stadio Meazza
“Come spesso succede nella mia vita, cerco sempre di capire perché una cosa non funziona. Non mi arrendo alla rassegnazione comune. Nelle situazioni difficili cambio prospettiva e poi cerco di risolvere le grane. Ecco, se io sono Don Chisciotte, Mina è il mio Sancho Panza: combattiamo in un mix tra il concreto e il visionario. Entrando nel merito, le società milanesi dichiaravano sul sito ufficiale 200 posti a norma per le persone in carrozzina. In realtà i posti erano 84. Grosse incongruenze tra quanto dichiarato e la realtà quindi. Con un amico giornalista accreditato siamo riusciti a sollevare il problema fino ai vertici sportivi, dopodiché ho chiesto un incontro con la Società dell’Inter poiché tifo questa squadra.”
L’incontro con la Società nerazzurra. Come è andato?
“L’Inter, con i responsabili del settore disabili in carrozzina, mi ha ricevuto nei suoi uffici, per un confronto. Le normative prevedono una percentuale esatta di posti per i disabili in carrozzina sul totale dello stadio. La società mi ha chiesto di approntare un documento recante le nostre proposte sulla gestione”
Quali i risultati dopo le vostre osservazioni?
“Rispetto ai nostri suggerimenti che prevedevano modalità in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza, ovvero abbonamenti a pagamento e richiesta biglietti gratuiti, nelle percentuali rispettive di 40% e 60%, la società ha invece abbassato la percentuale dei posti da assegnare in abbonamento, stabilendo un pagamento per entrambi. 350 euro è il costo complessivo per assicurarsi l’intera stagione, mentre per le singole partite il prezzo varia dai 25 ai 35 euro in base all’importanza della sfida. C’è stato un allineamento con il resto dell’Europa. I 200 posti per i disabili in carrozzina ed i loro accompagnatori sono stati posizionati nelle zone parterre, nei settori verde, blu e arancio, sperando poi possa esserci una distinzione tra tifosi locali ed ospiti.”
Le reazioni a questo successo?
“Partiamo dal dispiacere di non essere venuto a conoscenza per primo dei cambiamenti, da intendersi come appartenente alla categoria coinvolta. Allo scoppio delle novità, le reazioni le hanno avute gli altri, tifosi normodotati soprattutto, che sono rimasti sconcertati dalle richieste della società, tipo quella di non introdurre più le bandiere nei parterre, onde evitare di essere d’ostacolo alla sicurezza. Anche dai disabili stessi mi sarei aspettato più euforia, invece da una minoranza sono giunte delle critiche per il fatto che d’ora in avanti le partite si pagano. Beh, la gratuità è una concessione, non un diritto. Se fino adesso alcuni sono venuti allo stadio solo per la gratuità degli accrediti, significa che a motivarli non era di certo la passione né l’amore per i nostri colori, opinione personale. Io Invece sono molto soddisfatto di quanto realizzato con una fatica davvero enorme da me, dalla mia compagna e dal gruppo”.
Andrea, veniamo a “Masnada 104”. Perchè un tale nome? Quali i vostri obiettivi?
“Masnada” è un termine medievale, indica una truppa di ventura, una compagnia rozza di facinorosi, e il dettaglio 104 è la legge per l’integrazione sociale dei disabili. Siamo 5 ragazzi compatti, nati dal principio per risolvere la problematica Stadio San Siro di cui abbiamo parlato, ma adesso stiamo emergendo. Innanzitutto con dei vessilli e un merchandising personalizzato che ci piace distribuire simbolicamente, ma fondamentale con degli obiettivi sempre più prestigiosi. La Masnada è a tutti gli effetti un progetto inclusivo e solidale verso tutti i disabili. Vogliamo che le persone non ci considerino “bambole” da mettere da una parte e lasciare che stiano lì buoni, ma tifosi con pari opportunità. Siamo consapevoli, capaci di prendere decisioni ed andare oltre gli ostacoli che possono caratterizzare le nostre vite.”
Avete notizie di altri gruppi simili?
“Sì, in Italia siamo in contatto con un gruppo di disabili tifosi dell’Atalanta, gli Ultras Instabili, ma ancora ne dobbiamo tessere i rapporti, sebbene credo ci siano buoni presupposti. La cosa incredibile, però, è come, pur essendo nati da poco, soprattutto su Instagram ci contattino tifosi e gruppi da tutta Europa. Qualche giorno fa abbiamo stretto, in presenza, un gemellaggio con un’associazione di Valenciennes, vicino Lille, che tifa per una squadra locale l’FC Valenciennes. Non ho perso neanche un minuto ed ho raggiunto il Nord della Francia con Mina. Con Noa e Lylian ho scattato fotografie e scambiato gadget. Sono anche lusingato di essere stato contattato, in qualità di referente del gruppo, da uno dei responsabili di un network incentrato sul vivere da tifosi e disabili della FSE, la European Fans Community, che si occupa di inclusività e sviluppo sostenibile. Ci scambiamo diverse email riguardo il gruppo e i programmi futuri, dato che ci si aspetta una crescita e una struttura solida, in modo da poter aiutare un domani la UEFA, segnalando personalmente eventuali problemi che gravano sui disabili negli stadi italiani.”
Ci sono molte realtà come la vostra in Italia?
“In verità no. Conosco il gruppo dell’Atalanta, so di un’associazione di Pescara, il Club storico di Torino i Tori Seduti, e poi gli “Ultrassettat” di Napoli, che vorrei incontrare perché so che hanno affrontato le nostre stesse difficoltà al Maradona. Sarebbe bello fare due chiacchiere e, nel caso, far nascere un’amicizia”
In ultimo, Andrea, la questione stadi: tu e Mina ne avete girati parecchi. Quali quelli messi meglio?
“In Italia Bergamo ed Udine di sicuro sono i più virtuosi. Ti permettono anche di scegliere il settore nel quale sederti. Ho avuto modo di parlare direttamente con il responsabile della gestione dei biglietti per disabili in carrozzina di Udine. Anche lui vive la mia stessa condizione e ha compreso quindi in profondità la problematica. Addirittura durante i lavori alla Dacia Arena penso abbia supervisionato i lavori nel settore dedicato alla nostra categoria.”
Andre e Mina, vi ringrazio per l’intervista concessa. Vi auguro il meglio per il futuro
“Grazie a te e alla redazione di gbt-magazine per l’opportunità”
Conclude così Andrea Zorloni

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