Reis Pedroso, accusato di aver ucciso Jessica Stapazzolo, era già sottoposto a divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico. Si riaccende il dibattito sull’efficacia dei controlli. Un femminicidio che riapre ferite profonde e interrogativi sulla reale efficacia delle misure di protezione per le vittime di violenza. Un caso che rischia di incentivare il sentimento di sfiducia verso la Giustizia e, soprattutto, rischia di ledere la già flebile capacità di affidarsi allo Stato.
La solita dinamica di un Femminicidio…
È tristemente ripetitivo, ormai seriale, quanto avvenuto a Castelnuovo del Garda (Verona), dove Jessica Stapazzolo, 33 anni, è stata trovata senza vita nella sua abitazione, colpita con un numero “smisurato” di coltellate. A ucciderla, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato Reis Pedroso, 41 anni, già indagato per maltrattamenti e lesioni e sottoposto a una misura cautelare di allontanamento con braccialetto elettronico.
Eppure, al momento del fermo, Pedroso non indossava più il dispositivo
L’apparato di protezione consegnato alla vittima, che avrebbe dovuto ricevere l’allarme in caso di violazione del perimetro di sicurezza, è stato rinvenuto disattivato e nascosto nel garage della madre dell’uomo, a Ponti sul Mincio. Le forze dell’ordine stanno ora cercando di capire quando e come l’uomo sia riuscito a liberarsene. Ma soprattutto come mai non è stato lanciato l’allarme previsto, un errore ? un malfunzionamento? Oppure più semplicemente un meccanismo di protezione troppo facilmente raggirabile? Cerchiamo allora di approfondire…
Cosa prevede il Codice Rosso, facciamo chiarezza
Il Codice Rosso, introdotto nel 2019 e rafforzato con successive modifiche, è una legge che mira ad assicurare una corsia preferenziale e immediata per le denunce di violenza domestica e di genere, insomma mira a debellare il fenomeno delittuoso del femminicidio. Prevede che: a) la polizia giudiziaria informi immediatamente il pubblico ministero in caso di denuncia di violenza o minaccia grave; b) il PM debba ascoltare la vittima entro tre giorni dalla ricezione della notizia di reato.
In particolare ed è questa una delle maggiori novità…
In caso contrario, ossia qualora cioè il termine non venga rispettato, il Procuratore della Repubblica può disporre la revoca dell’assegnazione al magistrato designato per le indagini, procedendo senza indugi ulteriori all’acquisizione delle informazioni. E’ previsto poi che vengano attivate in tempi rapidi misure a protezione della vittima. Il “Codice Rosso”, quindi, prevede l’applicazione di misure cautelari immediate per proteggere le vittime di violenza domestica e di genere, tra cui l’allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento e l’arresto in flagranza di reato. Altre misure includono il braccialetto elettronico per monitorare i trasgressori e il potenziamento delle pene per reati come maltrattamenti e stalking.
Nel caso del Femminicidio portato a termine da Pedroso…
Queste misure erano state anche effettivamente disposte: dal 23 aprile gli era vietato avvicinarsi a meno di 500 metri dalla compagna o dai luoghi da lei frequentati, e dal 19 maggio era stato dotato di braccialetto elettronico. Ma qualcosa nel sistema non ha funzionato. Difatti il sistema ha mostrato per l’ennesima una volta una falla che probabilmente si è rivelata fatale.
Il braccialetto elettronico: come dovrebbe funzionare per evitare il caso di un Femminicidio…
Il braccialetto elettronico è uno strumento di controllo telematico che consente di monitorare a distanza gli spostamenti di una persona sottoposta a restrizioni. Nel caso di violenza di genere, viene installato sia sull’aggressore (tramite un dispositivo da indossare alla caviglia o al polso) sia alla vittima, alla quale viene consegnato un ricevitore o un’app collegata. Se l’aggressore si avvicina al limite imposto, il sistema dovrebbe inviare un allarme automatico alle forze dell’ordine e un avviso alla vittima. Il dispositivo, soprattutto, è dotato di sensori che dovrebbero segnalare ogni tentativo di manomissione o rimozione, consentendo un intervento immediato. Tuttavia, come dimostra questo caso, il sistema può fallire se non viene monitorato costantemente o se la connessione viene interrotta senza che ciò generi un’allerta tempestiva.
Le parole di Zaia e la riflessione sulle tecnologie
«È un fatto terribile, aggravato da elementi che destano sconcerto», ha dichiarato il presidente del Veneto, Luca Zaia. «L’indagato era già destinatario di un provvedimento restrittivo con braccialetto elettronico. Tuttavia, al momento del fermo, non lo indossava. È una situazione che impone una riflessione seria: dobbiamo capire se le tecnologie attuali siano davvero efficaci». Zaia propone di sviluppare sistemi integrati con i telefoni cellulari delle vittime, capaci di garantire una tracciabilità continua e segnalazioni in tempo reale anche in caso di disattivazione del dispositivo.
Una tragedia che impone risposte
Il femminicidio di Jessica Stapazzolo solleva ancora una volta il tema della responsabilità istituzionale e tecnologica nella prevenzione della violenza di genere. Solleva il tema della grave sfiducia verso la capacità di protezione del proprio cittadino che uno Stato democratico e civile deve imporsi per potersi definire tale. Certamente il Codice Rosso rappresenta un passo avanti importante, ma senza controlli attivi e risposte immediate anche gli strumenti più avanzati rischiano di restare inefficaci. Mentre le indagini proseguono, resta il dolore per una giovane donna che aveva cercato di difendersi e che lo Stato, pur avendone i mezzi, non è riuscito a salvare.
Conclusioni sul caso del Femminicidio di Castelnuovo del Garda
E’ una tragedia che lascia in ognuno di noi un senso di profonda amarezza, di disarmo, di domande senza risposta. Sono questi episodi che alimentano dubbi, perplessità e sfiducia. Ora però non bisogna lasciarsi andare in conclusioni affrettate che potrebbero solo creare danni irreversibili al sistema. Le falle di una organizzazione di difesa da sistemare nel più breve tempo possibile, ma l’errore oggi più grave sarebbe quello di alimentare il senso di contrasto e sfiducia allo Stato. Denunciare resta l’unica arma possibile a fatto accaduto, ma, ancora di più, lo è prevenire. Scuole, famiglia, ovunque vi sia un contesto sociale non può girare la faccia dall’altra parte onde non vedere il marcio che attanaglia la società di oggi…
Cosa serve allora per evitare l’ennesimo Femminicidio?
Serve un cambiamento profondo, che parte finanche dall’educazione affettiva e dal linguaggio, Certo pene severe e certe possono distogliere il malintenzionato, ma non possono eliminare il male che si cela dietro certe tragedie. Lo Stato può intervenire e rafforzare le norme del Codice Rosso. Tuttavia non servirebbe a nulla se non si ponessero in campo cure serie a questa malattia culturale. Una pandemia che da decenni infetta la nostra società. Soluzioni normative che resteranno solo barriere momentanee senza uno sradicamento di un modello culturale sbagliato.
La forza del linguaggio…
E’ necessario, quindi, sostituirlo con la cultura della tolleranza, della gestione del conflitto, con la capacità di domare i sentimenti e gli istinti. Anche le parole hanno il loro peso. Come insegnava Tina Lagostena Bassi: “…le parole non sono neutre, creano la realtà”…
