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Quello di Lecornu rischia di essere il governo più breve della storia della Repubblica francese, anzi, rischia di finire prima della nascita. Critiche da parte dell’opposizione e della destra erano giunte dopo aver svelato domenica sera parte della composizione del suo governo. Martedì avrebbe dovuto pronunciare la sua dichiarazione di politica generale all’Assemblea. Questa mattina ha presentato le proprie dimissioni accettate dal Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Questo leggiamo su Rainews.
Francia, gli scenari possibili dopo Lecornu
Lecornu vede la caduta del suo governo dopo appena 14 ore. Tocca di nuovo al presidente Emmanuel Macron decidere. I possibili scenari per uscire dall’impasse istituzionale e gli strumenti costituzionali a disposizione del Presidente possono essere i seguenti: la nomina di un successore di Lecornu, scioglimento del parlamento e conseguenti elezioni legislative anticipate, dimissioni del presidente della Repubblica, l’impeachment di Macron o l’assegnazione di poteri eccezionali al titolare dell’Eliseo sulla base dell’articolo 16 della Costituzione.
Un nuovo primo ministro?
Come primo scenario possibile, il presidente Macron può nominare un nuovo primo ministro per succedere a Lecornu. L’attuale premier potrebbe anche essere riconfermato, ma resta una possibilità remota. Il passo successivo quindi per Macron è trovare un candidato abbastanza solido. Dovrebbe infatti sopravvivere all’attuale sistema tripartitico e a un’assemblea nazionale molto frammentata. Gli analisti politici prospettano diverse possibilità nella scelta di un successore a Lecornu: un premier tecnico, uno di sinistra o uno di centro-destra.
Sciogliere l’Assemblea Nazionale?
Il presidente Macron potrebbe sciogliere nuovamente l’Assemblea nazionale, come ha fatto dopo le elezioni europee del giugno 2024. Lo ha chiesto a gran voce Marine Le Pen. In caso di scioglimento, via ad elezioni legislative e, se viene raggiunta la maggioranza assoluta, ovvero 289 deputati, il primo ministro deve provenire da quell’assemblea. Se ci fosse una maggioranza relativa, ovvero quando nessun partito detiene più della metà dei seggi alla camera, il presidente deve trovare quello che potenzialmente gli permetterà di raggiungere il consenso. In base all’articolo 12 della Costituzione, in caso di scioglimento del parlamento, le elezioni anticipate devono essere convocate tra 20 e 40 giorni, quindi tra il 30 ottobre e il 20 novembre. Diversi analisti evidenziano i tempi stretti e le difficoltà organizzative, con il rischio di non arrivare comunque a una maggioranza chiara nella futura assemblea. Tale scenario farebbe rimanere la Francia senza legge finanziaria per il 2026, in una situazione economica molto complessa per i conti pubblici. In tal caso il bilancio può tuttavia essere approvato con un apposito meccanismo di ordinanze.