Fonte immagine: professionecamionista.it
Iveco, Industrial Vehicles Corporation, é ormai entrata da anni nella vita quotidiana dell’Italia che lavora e che viaggia, ha rappresentato il boom del trasporto pesante dagli anni ’80. E’ una sigla che però ha anche rappresentato difesa e orgoglio nazionale. Il 30 luglio 2025 è stata annunciata una duplice operazione su Iveco, due eccellenze italiane ora si separano in modo netto.
Iveco Group a Tata Motors
Iveco Group nasce nel 1975 ed è oggetto di una offerta pubblica di acquisto da parte del colosso indiano Tata Motors. Tuttavia la sua divisione Iveco Defence Vehicles resta in Italia, e viene acquisita da Leonardo. Il colosso finora controllato dalla holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann dunque separa i rami di attività. Quelle che riguardano la produzione di mezzi a carattere militare, già tecnicamente scorporate a maggio, rimangono sotto il controllo del nostro Paese. La fabbricazione di veicoli commerciali va a confluire in una dimensione a carattere mondiale. Ad oggi, il complesso di Iveco Group impiega 14 mila dipendenti in Italia, 36.000 in tutto il mondo, con 19 siti industriali e 30 centri di ricerca e sviluppo. Il valore complessivo delle due operazioni è di 5,5 miliardi: per Exor che detiene poco più del 27% di Iveco, vale un introito di 1,5 miliardi.
Un colosso industriale europeo
Nel 1975, con l’unione di grandi europei di veicoli industriali, l’italiana Fiat Veicoli Industriali che comprendeva Officine Meccaniche e Lancia Veicoli Speciali con la francese Unic e la tedesca Magirus-Deutz nacque Iveco. L’orizzonte è sempre stato quello di una azienda con gamme parallele di prodotti, ben identificabili sul mercato a seconda delle esigenze. Il marchio Iveco progetta, produce e commercializza veicoli commerciali pesanti, medi e leggeri, Fpt Industrial si dedica ai settori agricolo, costruzioni e nautico. Iveco Bus e Heuliez sono attivi nel settore del trasporto di massa urbano, interurbano e turistico. Infine Astra produce grandi mezzi pesanti per cave e cantieri.
Iveco e Tata Motors
Insieme, Iveco e il business dei veicoli commerciali di Tata Motors avranno ricavi combinati di circa 22 miliardi di euro suddivisi tra Europa (circa 50%), India (circa 35%) e Americhe (circa 15%). “Tata non chiuderà alcun impianto o sito produttivo di proprietà o utilizzato da Iveco Group e non ridurrà la forza lavoro e manterrà la sede principale a Torino”. Questo il contenuto di una nota congiunta Tata-Iveco che incontra anche il giudizio del governo, che parla di “un’importante operazione industriale che apre nuove prospettive di crescita per il gruppo Iveco, storica realtà italiana, e per i suoi lavoratori”.
Sindacati più cauti
Più cauta la posizione dei sindacati, che sottolineano genericamente come la vendita rappresenti una scelta che allontana un’importante realtà industriale italiana dal suo storico radicamento nazionale. Tutto questo ovviamente non considerando il vero senso strategico dell’operazione voluta da Tata Motors, che ha visto nell’acquisizione di Iveco Group l’opportunità per arginare la penetrazione sul mercato mondiale delle aziende cinesi che producono mezzi pesanti, accreditate di una capacità produttiva imponente, ma ancora non espressa nell’area del Sud Est asiatico e neppure in quella europea.
