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Morte Martina Carbonaro, omicida reo confesso al gip: “L’ho colpita perché ha rifiutato il mio abbraccio Non respirava più quando l’ho coperta”
Morte Martina Carbonaro: omicida reo confesso. “Lui ha cercato di abbracciarla, lei ha rifiutato quell’abbraccio e a seguito di questo comportamento, mentre era di spalle, l’ha colpita”, ha riferito l’avvocato all’uscita dal carcere
Ho colpito Martina Carbonaro alla testa con una pietra perchè ha rifiutato un mio abbraccio. Lo ha detto il 18enne al gip durante l’udienza di convalida del fermo che si è tenuta nel carcere di Poggioreale a Napoli.
Tucci, difeso dall’avvocato Mario Mangazzo, ha detto che lui e la ex sono entrati insieme nel casolare abbandonato nei pressi dello stadio Moccia di Afragola, che frequentavano spesso durante la loro relazione, per avere un confronto. “Lui ha cercato di abbracciarla, lei ha rifiutato quell’abbraccio e a seguito di questo comportamento, mentre era di spalle, l’ha colpita“, ha riferito l’avvocato all’uscita dal carcere.
Dopo il primo colpo, riporta Tgcom24, Tucci “ne ha sferrati un altro paio sempre con la stessa pietra – ha aggiunto il legale – e quando si è reso conto che Martina non era più in vita ha girato il corpo e l’ha coperto con degli arredi che erano nella casa abbandonata”. Successivamente ha nascosto il cadavere in un’armadio all’interno del casale.
“È molto provato, non riesce a dormire”
“Lui è molto provato, non riesce a dormire, mi ha rappresentato che ha delle grosse difficoltà a gestire la quotidianità. Però nel complesso in questo momento si trova in una zona protetta, quindi comunque è abbastanza controllato”, ha dichiarato il difensore del giovane. “In cella ha trovato un clima favorevole ed è stato spostato di reparto”.
È pentito e ha chiesto scusa alle famiglie
Tucci “ha mostrato pentimento e ha chiesto scusa” nel corso dell’udienza di convalida del fermo, ha detto ancora il legale, riferendo che “nella parte finale dell’interrogatorio ha manifestato tutto il suo dolore e la sua angoscia. Ripete spesso ‘in quel momento non ero io, è stato un raptus di gelosia e di rabbia’, ma ha rappresentato le sue scuse, per quello che possono valere, alla famiglia di Martina e anche ai suoi genitori”.
