Il potenziale è enorme, ma senza la quantità non si vince nemmeno in Serie C
Tudor avvisa la Juve alla vigilia della sfida decisiva col Venezia
Alla vigilia della sfida che potrebbe decidere il futuro europeo della Juventus, Igor Tudor ha preso la parola in conferenza stampa per presentare l’ultima giornata di campionato contro il Venezia. Una partita da dentro o fuori per i bianconeri, attualmente quarti in classifica, che con una vittoria sarebbero certi della qualificazione alla prossima Champions League. Un obiettivo cruciale, sia per la società sia per lo stesso allenatore, subentrato a marzo a Thiago Motta con il compito di raddrizzare una stagione traballante.
“Serve sudare fino alla fine”: Tudor punta sullo spirito di sacrificio
Fin dalle prime battute, Tudor ha sottolineato l’importanza dell’approccio mentale e fisico al match: “Domani bisognerà sudare fino alla fine. È una partita importante, ma va preparata come tutte le altre: con concentrazione e lavoro sul campo”. Il tecnico ha ribadito di aver visto segnali positivi: “I giocatori sono cresciuti, sotto ogni punto di vista. La squadra mi sembra pronta”.
“Senza quantità non si vince nemmeno in Serie C”
Uno dei passaggi più forti è arrivato quando Tudor ha parlato del mix tra qualità e corsa: “C’è qualità, ma se non c’è quantità non si vince nemmeno contro una squadra di Serie C. La qualità decide, ma la quantità ti porta a restare vivo nel match”. Un messaggio chiaro: in un calcio moderno fatto di intensità e ritmo, servono giocatori in grado di sacrificarsi, correre e interpretare ogni fase del gioco.
Le condizioni dei giocatori: buone notizie dall’infermeria
Tudor ha anche fatto il punto sugli indisponibili: “Renato Veiga e McKennie hanno avuto qualche problema, ma si sono allenati oggi. Koopmeiners ha fatto una parte di seduta. Gatti resta in dubbio. Sono tornati due squalificati, il resto del gruppo è a disposizione”. Una rosa quasi al completo, dunque, per affrontare l’ultima battaglia stagionale.
“Il potenziale è maggiore di quanto si è visto”
Alla domanda sul valore reale della squadra, Tudor ha risposto senza mezzi termini: “I numeri non mi interessano. Il potenziale secondo me è più grande di quello che si è visto finora. Non ho mai avuto tutti i giocatori insieme e questo ha limitato la costruzione del lavoro settimanale”. Il croato ha poi aggiunto: “Con cinque cambi a disposizione, servono più giocatori pronti. La continuità di rendimento nasce anche da lì”.
L’approccio giusto: testa solo al campo, zero distrazioni
Per Tudor, non esistono calcoli da fare, solo una missione da compiere: “Non guardo niente, solo i miei giocatori e come stanno. Domani alle 20:45 tutta la vita sta lì. Il resto non conta nulla”. Parole da tecnico concentrato, consapevole della posta in palio.
“Responsabilità? Sento il peso della storia”
Infine, il tecnico ha parlato anche del proprio ruolo e della responsabilità di guidare una società come la Juventus: “Dal primo giorno cerco di trasmettere valori, non solo ai giocatori ma a tutto lo staff. Qui ho trovato un gruppo serio, ho lavorato bene. Ora manca solo l’ultimo step”. Un pensiero rivolto alla prestazione finale, ma anche a un bilancio personale positivo.
Conclusione: a Venezia per chiudere il cerchio
Domani sera allo stadio Penzo di Venezia si decide tutto. La Juventus, per salvare una stagione di alti e bassi, dovrà confermare sul campo le parole del suo tecnico. Vietato sbagliare, vietato distrarsi: è l’ultima chiamata per la Champions. E Tudor lo sa benissimo.

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