La Roma cambia volto, o meglio: lo ritrova. È ufficiale il ritorno di uno dei simboli più iconici della storia giallorossa. Lo stemma della Roma, modificato più volte negli ultimi anni, torna ora a una delle versioni più amate dai tifosi: la storica Lupa Capitolina, accompagnata dalle iniziali “ASR”. Una scelta che sa di identità, di tradizione e di riconnessione profonda con il passato del club.
Un ritorno al passato… per guardare al futuro
Nel calcio moderno, dove marketing, branding e restyling sono ormai pane quotidiano, il cambio di uno stemma può sembrare una questione di immagine. Ma per un club come la Roma, con radici profonde nella storia e nell’identità cittadina, si tratta di molto più di un semplice logo: è un simbolo di appartenenza.
Il ritorno della Lupa Capitolina — in una versione rinnovata ma fedele al passato — è un segnale chiaro lanciato dalla società: la Roma vuole rafforzare il legame con la sua tifoseria e con la sua storia, dopo anni in cui le modifiche grafiche avevano suscitato più di una polemica tra i supporter più tradizionalisti.
La storia dello stemma: tra cambi, contestazioni e passione
Il primo stemma della Roma risale al 1927, anno di fondazione del club, e presentava proprio la Lupa che allatta Romolo e Remo, simbolo della fondazione di Roma e dell’identità capitolina. Negli anni, pur mantenendo sempre un legame con quel simbolo, il logo ha subito molteplici trasformazioni:
- Nel 1997, fu introdotto uno stemma più moderno con l’acronimo “ASR” in primo piano.
- Nel 2013, con l’arrivo della proprietà americana, lo stemma fu nuovamente rinnovato, stavolta con uno stile più minimalista e l’abbandono delle lettere ASR.
- Nel 2020, un ulteriore aggiornamento stilistico aveva ancora una volta diviso la tifoseria.
Ora, nel 2025, il ritorno alla storica immagine del Lupo, accompagnata dalle lettere ASR, segna una svolta simbolica ma potentemente evocativa.
Le parole del club: “La nostra identità non si tocca”
In una nota ufficiale, la Roma ha spiegato così la scelta:
“Abbiamo ascoltato i nostri tifosi. Abbiamo capito che in un mondo che cambia rapidamente, ci sono cose che devono restare immutabili. La Lupa non è solo un simbolo: è la nostra casa, la nostra storia, il nostro DNA.”
La nuova identità visiva verrà utilizzata a partire dalla prossima stagione 2025-2026, su tutte le divise da gara, sul materiale promozionale e sugli articoli ufficiali.
I tifosi: entusiasmo e orgoglio sui social
Basta fare un giro sui social per percepire il clima: i tifosi giallorossi hanno accolto il nuovo stemma con entusiasmo, definendolo “un ritorno alle origini” e “una mossa che riaccende l’orgoglio romanista”.
Molti utenti hanno ricordato i tempi di Totti e De Rossi, quando quel simbolo campeggiava sulle maglie giallorosse, e auspicano che questo gesto sia l’inizio di una nuova era, più coerente, più ambiziosa e più vicina alla gente.
Marketing e strategia: un colpo anche fuori dal campo
Non è un caso che il cambio di stemma arrivi in un momento in cui la Roma sta cercando nuovo slancio anche a livello internazionale.
Il ritorno del logo storico rafforza l’identità del brand Roma, lo rende più riconoscibile e autentico, anche fuori dai confini italiani. Una mossa di marketing intelligente, che punta non solo al cuore dei tifosi ma anche al mercato globale, dove l’heritage (cioè il patrimonio storico e simbolico di un club) è sempre più valorizzato.
In conclusione: una Roma più fedele a sé stessa
In un calcio che spesso dimentica le sue radici in nome di grafica e algoritmi, la Roma sceglie una strada diversa: torna alle origini per ritrovare se stessa.
Lo stemma non è solo un disegno: è un patto con una città, un’idea di calcio e una comunità. E la Lupa Capitolina, dopo qualche anno di assenza, torna a ruggire. Sulle maglie, nel cuore dei tifosi, e — si spera — anche in campo.
