Foto: Tuttus in Pari
Alla vigilia della sfida Scudetto al Maradona, ricordiamo la figura di Gianfranco Zola, simbolo di classe e umiltà, che ha vestito le maglie di entrambe le squadre lasciando un segno indelebile
Zola – Il doppio ex
Questa settimana il Napoli è atteso da una sfida cruciale contro il Cagliari al Maradona, decisiva per la corsa scudetto. In questa occasione, vogliamo rendere omaggio a un uomo simbolo che ha vestito entrambe le maglie: Gianfranco Zola, talento cristallino e leggenda del calcio italiano.
L’arrivo al Napoli
Zola, nato in Sardegna, fu scoperto da Luciano Moggi mentre giocava nella Torres, squadra di Serie C1. Nell’estate del 1989 fu portato a Napoli come possibile erede di Maradona. Un’eredità pesantissima, ma che il giovane fantasista seppe onorare con personalità e qualità. Quell’estate fu turbolenta per l’ambiente partenopeo: il cambio in panchina da Bianchi a Bigon e soprattutto i timori per la possibile partenza di Maradona. Proprio quell’incertezza, favorì Zola.
Maradona, la mancata cessione e l’occasione per Zola
Maradona rimase a lungo in Argentina e saltò le prime giornate di campionato, lasciando spazio al nuovo acquisto. Secondo alcuni retroscena, il “Pibe de oro” aveva chiesto la cessione dopo un “patto d’onore” con il presidente Ferlaino, che però non fu rispettato. Diego tornò solo alla quinta giornata, ma intanto Zola aveva già conquistato il cuore dei tifosi con giocate di altissimo livello.
Il primo gol in azzurro
Zola giocò 136 partite con il Napoli, segnando 36 gol. Il primo gol arrivò il 3 dicembre 1989 in un Napoli-Atalanta 3-1: con la maglia numero 10 sulle spalle, disputò una grande gara. Segnò con un tiro a giro perfetto all’incrocio, dopo aver dribblato Bonacina.
La vittoria del secondo scudetto
In quella stagione, la squadra vinse lo scudetto con una rimonta appassionante sul Milan, compiuta alla penultima giornata. Pur essendo la riserva di sua Maestà Diego, Zola diede il suo contributo con due gol e tante giocate rapide e tecniche.
L’allievo e il maestro
Uno degli aspetti più affascinanti dell’esperienza napoletana di Zola fu l’opportunità di allenarsi accanto a Maradona, osservandolo nei dettagli, soprattutto nel tiro da fermo. Le punizioni diventeranno il suo marchio di fabbrica anche in Premier League. Quando Diego lasciò Napoli dopo la squalifica per doping, fu proprio Zola a raccogliere simbolicamente l’eredità della maglia numero 10.
L’addio forzato
Nel 1993, a causa di gravi problemi economici, il Napoli fu costretto a vendere Zola al Parma per potersi iscrivere al campionato. Fu una cessione dolorosa per i tifosi, ma inevitabile. Il fantasista sardo non fu solo un grande calciatore: fu soprattutto un uomo umile e rispettoso, sempre disponibile con tutti. Ancora oggi, Gianfranco resta una figura amatissima dal popolo azzurro.
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