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Il Pride è atteso oggi nelle piazze di Budapest in quello che ormai è diventato “un vero e proprio affare europeo”. In effetti tutti gli occhi dell’Europa saranno puntati sulla manifestazione ungherese. Le parole scelte da Gergely Karácsony, sindaco della capitale ungherese, fanno capire che la situazione è potenzialmente esplosiva per la questione legata ai diritti della comunità Lgbtq+. Sull’argomento è intervenuta la stessa presidente Ue, Ursula von der Leyen, con un post pubblicato su X. In esso chiede che venga consentita la manifestazione e che “possa svolgersi senza il timore di sanzioni penali o amministrative contro i partecipanti o gli organizzatori”.
Pride, la posizione di Orban
Viktor Orban ribadisce il suo no e minaccia conseguenze legali, per chi organizzerà o parteciperà al Budapest Pride. Così il premier ungherese: “Siamo adulti – e raccomando a tutti di rispettare le leggi, io lo faccio, e consiglierei loro di fare lo stesso. Se non lo fanno, devono tenere conto delle chiare conseguenze legali”. Sulla carta, per il governo si tratta ancora di un evento illegale. La partecipazione implica infatti il rischio di un anno di carcere e fino a 500 euro di multa. Nonostante questo, è chiaro, la marcia comunque si farà. I partecipanti potranno contare sulla eventuale assistenza legale che verrà fornita dagli organizzatori del Pride magiaro. Inoltre ci sarà la presenza di decine di eurodeputati dei gruppi della sinistra, dei socialisti e democratici e liberali.
Il percorso indicato attraverso i social
La delegazione politica più nutrita sarà quella in arrivo dalla Spagna e rappresentata dalla vice prima ministra, Yolanda Díaz, e dal ministro della Cultura, Ernest Urtasun. Per motivi di sicurezza gli organizzatori del Pride hanno fatto sapere che comunicheranno sui social il percorso solo a ridosso della partenza (prevista alle 15, il raduno è un’ora prima). La tensione potrà aumentare a causa di contromanifestazione – autorizzata, in questo caso, dalla polizia – di un gruppo di estrema destra (HVIM), e convocata col chiaro obiettivo di impedire lo svolgimento della marcia arcobaleno.